In occasione dell’evento “Traduttori giuridici fra lingua e diritto – Quale formazione?” organizzato da Federingue lo scorso 24 maggio a Milano, AssITIG è stata invitata insieme ad altre associazioni nazionali per parlare dei traduttori e degli interpreti giudiziari.

Durante il suo intervento, Flavia Caciagli (fondatrice e presidente di AssITIG dal 2010) ha ribadito il delicato ruolo, il contesto e le condizioni in cui questi professionisti svolgono il loro lavoro analizzando l’evoluzione della professione in Italia.

“I traduttori e gli interpreti giuridico-giudiziari si distinguono dagli altri traduttori ed interpreti perché lavorano prevalentemente in contesti giudiziari, presso i tribunali e le procure, presso i tribunali dei minori, ecc. e i loro servizi sono resi indistintamente sia per le Autorità giudiziarie e per le forze dell’ordine, sia per gli imputati o le vittime; inoltre, lavorano anche in contesti semi giudiziari.

La mancanza di persone qualificate in questi contesti può avere conseguenze estremamente gravi: possono essere commessi errori, come la condanna di innocenti o il rilascio di colpevoli e in sostanza possono essere violati i diritti fondamentali di ogni soggetto che si trova ad affrontare problemi dinanzi alla giustizia.

Per questo motivo questi professionisti sono una categoria a se stante, in quanto devono attenersi a degli standard professionali rigorosi specialmente dal punto di vista dell’etica e della deontologia professionale. Sebbene i principi di base siano comuni alle altre professioni, quelli riguardanti questa categoria di professionisti sono molto più rigorosi e stringenti. AssITIG nasce per supportare i professionisti specializzati in questi settori.”

Flavia Caciagli, Presidente AssITIG